La nostra storia

LA NOSTRA STORIA

Ricostruire e descrivere brevemente e con la dovuta precisione tutte le fasi evolutive della storia lunga e gloriosa della nostra Sezione non è stato compito facile. Per farlo abbiamo scelto di affidarci ad alcune delle parole lasciateci in uno scritto dall’Arbitro Benemerito Giorgio Lunardi, consigliere e amico di tutti, prematuramente scomparso nel 2019 in occasione della ricorrenza dei suoi cinquant’anni di tesseramento. Suo è stato il minuzioso lavoro di ricostruzione degli eventi a partire da ricordi personali delle vicende vissute in prima persona all’interno dell’associazione e da incartamenti ancora oggi conservati presso l’archivio della nostra Segreteria. Grazie a questa sua opera mossa dalla smisurata passione verso la nostra attività, oggi siamo in grado di mantenere vivo il ricordo di una pagina di storia della nostra associazione.

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Lucca, 29 dicembre 1941 

Al Gruppo Arbitri “Aldo Carmassi”, cui il nostro babbo dette vita e volle chiamare col nome dell’amico, nel 1° anniversario del nostro grande dolore, dedichiamo con riconoscente e devoto affetto.

Laura e Luciano Gianni

LE ORIGINI

La Sezione AIA di Lucca nasce nell’anno 1939 dall’impegno e dalla dedizione di Mario Gianni, che il 29 dicembre 1940, sul campo dell’Imola, pochi minuti dopo aver iniziato a dirigere la partita di calcio Imola-Lugo, valevole per il campionato di Serie C, moriva colto da grave malore facendo quello che più amava fare. Nobile figura di sportivo e organizzatore, maturata dopo molti anni di intensa attività a livello locale, costituiva un valido apporto per tutte le squadre minori lucchesi ed era di prezioso ausilio per i giovani arbitri della piana.

Il primo tentativo di fondare una sezione arbitri nel territorio lucchese avvenne nel 1924, quando mancando il numero minimo legale di associati per la costituzione di un gruppo autonomo, come richiesto dal vigente regolamento dell’A.I.A., fu costituito un sottogruppo che faceva riferimento alla già esistente sezione pisana “Mario Bini”, sita in lungarno Matteotti e operante dal 1922. Di questo sottogruppo facevano parte, oltre al giovane Mario Gianni, appassionati di calcio tra i quali Aldo Carmassi, Duilio Cappellini, Silvio Angelini, Napoleone Cini, Michele Giorgi e Vito Cagnacci, fondatori tra l’altro dello Sporting Club San Concordio.

La costituzione di una sezione autonoma avvenne solo nel 1939, quando il gruppo lucchese, guidato da Gianni, raggiunse i requisiti richiesti per l’autonomia al termine di un’appassionata opera di proselitismo. La neonata sezione arbitri di Lucca, capitanata da Gianni in qualità di primo presidente di sezione, fu intitolata ad Aldo Carmassi, suo caro amico e collega arbitrale prematuramente scomparso in quegli anni, e assorbì inizialmente anche il sottogruppo di arbitri viareggini. I circa venti effettivi che ne facevano parte erano l’ingegner Coccola, i ragionieri Brucciani, Vianello e Franchini, il capo gestore delle Ferrovie dello Stato Aldo Paladini, Luigi Lippi “Beolino”, facente parte dello staff dell’A.C. Lucchese 1905 durante gli anni della Serie A, Lorenzo Lazzeroni, Napoleone Cini, Enrico Tamberi, Michele Pardini, Enrico Calloni, Andrea Pacini, Adolfo Nieri e Marino Paolinelli, insieme ad altri 6 giovani arbitri di cui non si trovano notizie nei fascicoli oggi disponibili in archivio.

Non avendo una sede propria, il gruppo lucchese si riuniva nei locali del Bar “Caselli”, divenuto poi Caffè “Di Simo”; da qui gli iscritti si trasferivano a sera inoltrata in piazza San Michele, dove illuminate da fiochi lampioni le marmoree strisce bianche che si incrociavano sul selciato servivano per illustrare, su un modello a grandezza naturale, complicati casi di fuorigioco e di palloni giocati dentro o fuori l’area di rigore. Ad oggi una sezione A.I.A. senza sede sarebbe priva di uno strumento fondamentale per l’espletamento delle attribuzioni affidate dal regolamento, che non sono né poche né tantomeno marginali.

I PRIMI ANNI

Dopo la prematura scomparsa di Mario Gianni la presidenza della sezione fu assunta dall’arbitro Enrico Calloni, che rimase in carica dal 1941 al 1943; al suo mandato seguì quello di Aldo Magliulo dal 1944 al 1949, durante la cui presidenza, nel 1947, la sezione ebbe per la prima volta una sede propria quando venne ospitata dal Centro Sportivo Italiano in un locale nella centralissima piazza del Giglio, dove i pochi arbitri avevano a disposizione una sala per le riunioni e una scrivania per il Presidente. Nel 1950 fu eletto a direttore degli arbitri lucchesi Napoleone Cini, che rimarrà in carica fino al 1954. Fu proprio Cini che decise di affittare un locale da destinare a uso esclusivo di sede sezionale. I nuovi spazi, siti in via della Polveriera presso la sede del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, furono intitolati proprio in quell’anno al compianto Mario Gianni, con la sezione che cambiò il suo nome da quello di Aldo Carmassi a quello del suo primo presidente.

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L’aumento del numero degli associati impose poi nuovi e frequenti trasferimenti, con la sede che si stabilì prima in via Santa Giustina, durante la presidenza di Primo Borelli (in carica dal 1955 al 1956, ndr) e poi, sotto la direzione di Ivan Pistelli, presidente dal 1957 al 1965, in via San Matteo; per la prima volta, lusso inaudito per il tempo, la sede poteva contare su due uffici, uno per il presidente e uno per il segretario, e su un’ampia sala riunioni. Di Pistelli ricordo bene la cronistoria: aspirante arbitro nel 1938, in attività come arbitro effettivo nel campionato di serie C fino al 1952, fu poi assistente arbitrale in C.A.N. fino al 1960, commissario speciale C.A.S.P. e infine commissario speciale C.A.N. fino al 1983, nonché arbitro benemerito dal 1960. Fu sempre sotto la presidenza di Pistelli che la sezione arbitri di Lucca si trasferì qualche anno dopo in via del Toro. La sede di via del Toro si trovava nel contesto di un palazzo vicino a piazza della Cittadella, all’interno di un vetusto appartamento mai modificato probabilmente dal tempo degli Antelminelli, e che possedeva una suggestiva finestra che si apriva su una parete di un profondo e oscuro pozzo. I locali, posti al primo piano, erano raggiungibili tramite una scala ad una sola rampa, ed erano rappresentati da una piccola stanza facente funzione di presidenza e segreteria, da una piccola saletta per le riunioni e da una terza stanza utilizzata come ufficio dall’allora designatore, il Sig. Madrigali, che ricopriva anche il ruolo di istruttore dei partecipanti ai corsi arbitrali.

Al termine del mandato da presidente di sezione di Ivan Pistelli gli successe Pier Paolo Pignatti, che restò in carica dal 1966 al 1968, e conclusa la sua avventura come arbitro e Presidente di Sezione divenne poi Presidente dei direttori di gara del Centro Sportivo Italiano, poi rappresentante dell’A.I.A. presso il Giudice Sportivo Territoriale, sostituendo il Pistelli che aveva ricoperto lo stesso incarico al termine della sua carriera. A Pignatti succedette alla guida della sezione di Lucca l’arbitro Antonio Lecca, che rimase in carica dal 1969 al 1971.

GLI ANNI SETTANTA

In via del Toro, alla fine dell’estate 1971, prima dell’inizio della nuova stagione sportiva, la sezione arbitri di Lucca fu sconvolta da vigoroso fermento per le sempre più prossime elezioni per il nuovo presidente di sezione. L’Assemblea Elettiva fu ricca di interventi, talora anche pesanti, nei confronti della vecchia gestione, e si chiedeva a gran voce un cambiamento. Con il passare dei minuti si fece sempre più forte il nome di Romano Bellandi, che di lì a poco, per votazione segreta, sarebbe diventato il nuovo presidente di sezione, incarico che ricoprì per ben 22 anni consecutivi, dal 1972 al 1993.

Il neoeletto presidente, sentito il parere degli ormai numerosi associati della sezione, si mise alla ricerca di una più idonea sistemazione per la sede sezionale, che andasse a sostituire la vecchia locazione ormai fatiscente. Fu quindi scelto un palazzo di via Santa Croce, all’angolo con piazza Santa Maria Bianca; all’inaugurazione dei nuovi locali era presente, per il taglio del nastro, anche il Presidente Nazionale Saverio Giulini, che fu presidente dell’A.I.A. dal 1961 al 1972. L’appartamento che doveva ospitare la sezione era situato al primo piano e offriva diverse stanze per poter organizzare al meglio l’attività: appena entrati si accedeva ad una grande sala d’ingresso, con parquet in legno, pareti e soffitti affrescati, dove erano state sistemate vetrinette e librerie contenenti vari documenti e tutto il necessario per la compilazione dei referti di gara. Da questo grande atrio si accedeva, mediante porte laterali, a destra nella sala riunioni e nell’ufficio del designatore, a sinistra nella segreteria e nell’ufficio della presidenza, mentre a sud erano allocati due uffici per i componenti della federazione. A nord si trovava invece un corridoio che aveva sul fondo i servizi, e terminava con una scala che portava sopra ad un piccolo ballatoio dove era stato realizzato un cucinotto. La sistemazione individuata da Bellandi era ottima, sia per la vicinanza al centro storico cittadino sia per la grande piazza sulla quale affacciava (Piazza Santa Maria Forisportam, ndr), che era adibita a parcheggio. Come Sezione di Lucca siamo rimasti in quella sede diversi anni, fino alla scadenza del contratto di affitto revocato poi dai proprietari che volevano altra soluzione per quei locali. Durante il periodo di via Santa Croce l’incarico di designatore arbitrale venne ricoperto da Roberto Roberti, coadiuvato dagli arbitri Angelo Turrini prima e Mauro Matteoni poi; i commissari Madrigali e Pierotti continuavano invece la loro attività di istruttori degli aspiranti arbitri con le loro competenti lezioni sul regolamento del giuoco del calcio e le varie casistiche.

GLI ANNI OTTANTA E NOVANTA

La nuova sede di viale Cadorna fu inaugurata nel 1982 alla presenza di Giuseppe Ferrari Aggradi, con taglio del nastro sotto lo sguardo entusiasta del presidente Romando Bellandi. Lo stabile consisteva in una villetta a due piani con scantinato; quest’ultimo aveva una cucina con forno e tre stanze diverse, di cui una fu adibita a bar, sui cui tavoli si sistemavano i ragazzi il lunedì sera per scrivere i referti di gara. In una seconda stanza dello scantinato, bislunga, venivano invece organizzate delle cene che preparava come cuoco il collega Piero Lombardi, mentre nelle giornate primaverili abbiamo spesso apparecchiato nel piccolo giardino per cenare al fresco. Al piano terra si trovavano invece quattro stanze: un ampio ufficio con funzioni di presidenza e segreteria, un ufficio per i componenti la commissione della Federazione, un piccolo ufficio per il designatore e O.T.P. Guido Bendinelli e una piccola stanza per il tesseramento, nonché una sala utilizzata per le riunioni. Con l’aumentare del numero degli effettivi quest’ultima fu unita alla stanza utilizzata per il tesseramento abbattendo una parete interna che faceva da divisorio, con l’obiettivo di poter aumentare il numero di posti a sedere a disposizione per le riunioni tecniche obbligatorie.

Nell’estate del 1993 il presidente Romano Bellandi fu rimosso dal suo incarico da parte del Comitato Nazionale dell’Associazione, che aveva scelto come nuovo “condottiero” della nostra sezione l’amico Vittorio Bini. In quegli anni il numero di arbitri a disposizione della sezione crebbe incredibilmente fino a superare la quota di 150 tesserati; divenne quindi evidente che la sala riunioni a disposizione nella sede di viale Cadorna, seppure ampliata dopo l’abbattimento della parete che la divideva dall’ufficio tesseramento, non fosse più sufficiente per ospitare eventi e riunioni tecniche, costringendoci a trovare sedi alternative per le riunioni plenarie. Durante la presidenza del Bini furono utilizzate diverse location per incontrarci: prima la sala del cinema Italia, poi quella del baluardo Santa Croce, vicino a porta San Donato, e infine una sala consiliare del Comune di Capannori.

Gli anni Novanta furono anche quelli che videro la nostra sezione protagonista per la prima volta con un arbitro nella massima serie nazionale. Il giorno 8 settembre 1991 fece infatti il suo esordio in Serie B l’Arbitro Carlo Dinelli, quando fu chiamato a dirigere Ancona-Piacenza, terminata con il risultato di 2-1, per poi essere chiamato a dirigere, il 24 maggio 1992, la prima gara di Serie A. Primo lucchese a raggiungere questo traguardo in veste di arbitro effettivo, era quasi sempre seguito nelle sue prestigiose trasferte da un gruppetto di cinque o dieci colleghi, tra i quali il nostro presidente Romano Bellandi. Durante la sua permanenza nei ruoli della C.A.N. ebbe il privilegio di poter dirigere anche due amichevoli di livello internazionale, in particolare la gara tra il Feyenoord di Rotterdam e l’Alkmaar Zaanstreek (AZ Alkmaar, ndr) e Lugano-Basilea.

Oltre a Carlo Dinelli si erano già distinti in precedenza come arbitri a livello nazionale anche Andrea Pacini, Napoleone Cini, Cesare Menchini, Olinto Tarabori, Ivan Pistelli, Pier Paolo Pignatti e Romano Bellandi, pur senza riuscire a raggiungere la massima serie, cosa che alcuni riusciranno a fare invece nel ruolo di assistente, come Pignatti, Pistelli e l’amico Bendinelli. A questi si aggiunsero poi con gli anni Giuseppe Davini, Marcello Gini, Silvio Gemignani e più recentemente anche Riccardo Bianchi, che ha raggiunto la C.A.N. nel 2006 e che fu confermato nell’organico di Serie A in occasione della divisione della Commissione Nazionale in C.A.N. A e C.A.N. B, venendo impiegato in più di cento gare nel massimo campionato tra le quali anche alcune partite di massimo rilievo nazionale e internazionale, come il derby di Milano. Hanno invece raggiunto la Serie B come assistenti sia il presidente Romano Bellandi che Mauro Matteoni e Franco Piattelli, mentre operarono in Serie C Angelo Turrini, Leonardo Bertoncini, Fabio Sabbatini, Massimiliano Luporini, Antonio Ruffo, Claudio Palazzoni e Adriano Gambini. Riguardo le gesta degli arbitri più anziani nelle categorie nazionali, le scarse informazioni presenti nelle cartelle personali di questi colleghi conservate all’interno degli archivi sezionali, molte delle quali andate probabilmente perse in occasione dei numerosi traslochi che siamo stati costretti a subire negli anni, non ci permettono di ricostruire con esattezza le loro carriere.

IL NUOVO SECOLO

Alla fine degli anni Novanta l’avvento di alcuni dirigenti federali costrinse gli arbitri lucchesi a trasferirsi al secondo piano della villetta di Viale Cadorna, con il più dei locali di quella che un tempo era la nostra sezione che furono occupati da uffici della Federazione. Lo spazio che ci fu destinato somigliava quasi ad un sottotetto, e le sale disponibili erano appena sufficienti per lo svolgimento delle nostre mansioni; il presidente di allora, Leonardo Bertoncini (che aveva sostituito Vittorio Bini nel 1997, ndr), vista l’angustia, pregava sempre gli arbitri di non sostare all’interno della sua stanza per poter operare con più serenità possibile. Fu tuttavia chiaro che fosse necessario cercare nuovi locali per la nostra sezione, e fu così che durante l’anno duemila, dopo un’accanita cernita delle proposte, ci trasferimmo nel nuovo stabile di via Romana, in località corte Corazza, dove a seguito di alcune ristrutturazioni curate dall’architetto e collega Luca Cesaretti, ci siamo sistemati lasciando non senza un pizzico di malinconia la nostra vecchia sistemazione. La nuova sezione è moderna e funzionale: all’interno sono disponibili tre ampi uffici, la presidenza, la segreteria e un ufficio per il designatore, ruolo inizialmente ricoperto dal vicepresidente Massimiliano Luporini, un’ampia sala riunioni capace di ospitare fino a 120 associati a sedere, una sala ricreativa dove fu traslocato il nostro vecchio biliardino che da anni utilizzavamo all’interno della vecchia sede, nonché un ampio magazzino che funziona anche come archivio. Il presidente Leonardo Bertoncini resterà in carica per moltissimi anni, fino al 2012, quando verrà sostituito dal neoeletto Antonio Ruffo, che oggi è al suo terzo mandato da presidente. 

Nel corso della Stagione Sportiva 2018/2019 la Sezione ha festeggiato l’Ottantesimo Anniversario dalla sua fondazione. In quella occasione il Presidente, il vicepresidente e tutti i consiglieri si misero al lavoro già a partire dall’estate precedente per riuscire ad assicurare alla nostra sezione un evento che si sarebbe dovuto ricordare negli anni. La cerimonia si tenne venerdì 24 maggio 2019 presso la meravigliosa Sala delle Guardie (anche conosciuta come Sala Luigi Ademollo, dal nome del pittore che ne realizzò gli splendidi affreschi, ndr) del Palazzo Ducale di Lucca, che per l’occasione fu allestita a sala conferenze con un tavolo riservato ai relatori ricoperto da un prezioso drappo color crema ricamato e più di duecento sedie in stile moderno che ben contrastavano con quello cinquecentesco dell’ambiente. Tra i tanti ospiti intervenuti durante l’evento il Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Marcello Nicchi della sezione di Arezzo, il Sindaco della Città di Lucca prof. Alessandro Tambellini, il Vice Prefetto Dott.ssa Giuseppina Cassone, il Componente del Comitato Nazionale Giancarlo Perinello, il Procuratore Arbitrale Nazionale Carlo Cremonini, il responsabile C.A.N. D Matteo Trefoloni, il Presidente del C.R.A. Vittorio Bini accompagnato dalla Commissione al completo e tutti i presidenti delle sezioni toscane.

Durante la serata sono stati premiati alcuni dei collaboratori del Consiglio Direttivo nonché gli associati distintisi maggiormente nella loro attività “sul campo”. Tra tutti i riconoscimenti spicca però il premio biennale “Città di Lucca”, la cui assegnazione al Presidente C.R.A. Vittorio Bini è stata quest’anno significativa oltre che a livello associativo anche sul piano umano. Vittorio nel suo discorso di ringraziamento, visibilmente emozionato e grato, ha rievocato brevemente il suo percorso all’interno dell’associazione, partito dal varcare per la prima volta la soglia della sede sezionale, continuato poi con la sua brillante carriera, tecnica prima, dirigenziale in seguito. A consegnare il premio, un meraviglioso quadro con una raffigurazione della nostra Lucca, sono stati il Presidente dell’A.I.A. Marcello Nicchi unitamente al Sindaco Alessandro Tambellini.

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